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Parla Diego: Sistema Gestione Ambientale

ISO 14001

Il Sistema di Gestione Ambientale, identificato dalla certificazione secondo la norma tecnica internazionale ISO 14001, risulta essere ad adesione volontaria. Come ho già sottolineato per il sistema qualità, anche per questo tipo di processo certificativo, deve esistere la ferrea volontà della direzione di un’azienda credere in questo tipo di controllo.
Se nel sistema qualità ho evidenziato, come parola chiave, il termine “ordine”, in questo sistema invece ritengo che la parola o comunque il concetto ispiratore sia il rispetto. Il rispetto dell’ambiente nella sua totalità, il rispetto nella conformità legislativa che regola questo universo prezioso, il rispetto dei principi per la salvaguardia del patrimonio aziendale, il rispetto ed il miglioramento continuo dell’immagine e della reputazione di un’azienda.

Nel mio percorso formativo individuale e nello studio del processo per l’ottenimento di questa certificato, posso affermare che questo è stato il più difficile ma anche il più valorizzante; risulta complesso, preciso, dettagliato e non interpretabile, quindi necessita di una forte determinazione, correlata alla voglia di leggere e studiare molto. Se si pensa di intraprendere questo processo senza questi elementi di base, la mia impressione è che si stia sbagliando completamente strada.  

Le delusioni che ho incontrato durante l’analisi ambientale (documento necessario e base del procedimento) delle due aziende che rappresento è stata altissima. Ignoravo e/o non conoscevo tantissimi parametri e norme di riferimento da rispettare, al punto che talune volte mi sono sentito “una persona che non rispettava l’ambiente”; questo mi ha animato ancor di più nella stesura del successivo documento, comunemente denominato: politica ambientale aziendale.
Questa relazione deve definire con precisione le azioni e i comportamenti che l’azienda intende adottare per rispettare la legislazione in essere e, ove è possibile, anche potenziare i livelli di controllo e di correzione dei fattori migliorabili, oltre quanto già definito e richiesto.
In un contesto di globalizzazione, la Masutti Marmi risulta essere un minuscolo tassello, forse anche insignificante ma, nella consapevolezza dei ruoli, si è sentita in obbligo di fare tutto quello che era ed è in suo potere per aiutare un processo di rispetto ambientale.

Vorrei anche portare alcuni esempi concreti, necessari per interpretare la norma e pregustare qualche grande soddisfazione: i rifiuti pericolosi, che la nostra azienda produceva, ora non sono più valutati tali; vengono considerati come scarti di produzione riutilizzabili, quindi con la possibilità di ridurre al massimo il rifiuto. Siamo passati da una soglia del 20%, ad un obiettivo – ormai realtà – del 2% massimo.
In questo modo, non abbiamo solo ottimizzato i nostri processi e creato opportunità, ma abbiamo contribuito concretamente alla diminuzione sostanziale della quantità di rifiuti che debbono essere smaltiti; questo ci ha dato grande appagamento.

Sono consapevole – ed è la ragione per cui ho deciso di scrivere questo approfondimento – che risulta difficile in certi casi far comprendere ai nostri clienti queste azioni, ma siamo contenti, siamo responsabili di quello che facciamo e di come lo facciamo, fiduciosi che il percorso intrapreso ci porterà a condividere la nostra gioia con il contesto che ci circonda, nel complesso mondo del business.

Diego Pol

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