Copertina Articolo: Piaci cucina e la loro profondità

Piani Cucina: La loro profondità

Oggi nella nostra rubrica, parliamo di piani di lavoro o top e loro profondità: superiore ai 60 cm.
Entriamo con forza nel mondo dell’arredo e ci prepariamo ad affrontare un argomento e un luogo il più complesso in assoluto della nostra casa: ‘La Cucina’.
Perché lo definiamo in questa maniera? È semplice:
La cucina intesa come arredo, ha a che fare con una serie innumerevole di difficoltà e vincoli determinati dagli elementi che la compongono, prima di tutto deve fare i conti con svariate misure: spesso fuori squadra, pareti di ogni genere, posizione scarichi, allacciamenti, gas, elettricità… Ma anche con l’ installazione che deve essere fatta a regola d’arte, per avere un risultato eccellente.

La composizione di una cucina.


Andiamo ad analizzare come è costituita una cucina, possiamo dire in linea generale che essa è composta da uno zoccolo, da delle basi contenitore e/o attrezzate, un piano di lavoro, una parte tra top e pensili ‘se sono previsti dove si alloggiano schienali piastrelle, pannelli a protezione della parete, i pensili contenitivi ed eventuali scolapiatti, la cappa e a parte o integrate alla cucina le colonne dispensa e quelle dove alloggiano solitamente degli elettrodomestici –  frigo, forno, microonde -.
Questa non rappresenta la regola, ogni progetto di cucina può avere tantissime varianti, tanti modi di crear la giusta la composizione, molte interpretazioni diverse per poterla adattare all’ambiente, oltre poi alle esigenze del cliente finale che per abitudini e/o modi operativi cerca di renderla esteticamente bella ma anche funzionale all’utilizzo quotidiano.
Cosa certa, e questa rappresenta una costante, è che ogni cucina ha e deve avere un piano di lavoro, un piano con un top, nel quale oltre ad incassare la zona cottura e la zona lavaggio e questo è l’elemento più a lungo utilizzato ed adoperato nel quotidiano. Un pensile, una colonna, una base non serve utilizzarli sempre.
Sul piano di lavoro invece si svolgono tutte le attività inerenti alla cottura, al lavaggio, alla preparazione dei cibi, ma non solo diventa punto di appoggio, insomma bisogna riconoscere che tutto passa per il piano di lavoro quando si tratta di cucina.

Le caratteristiche del piano di lavoro ideale.


Fatta questa premessa ad introduzione di questo elemento “piano di lavoro o piano top”, vorrei oggi elencarvi alcuni suggerimenti sia per poter utilizzare al meglio questo elemento ma anche darvi delle soluzioni progettuali che al fine si rileveranno molto utili in utenza. Tutto questo non è legato al materiale che compone il piano di lavoro, in un prossimo futuro avremo modo di affrontare questo argomento – tra l’altro molto importante -, ma oggi vorrei soffermarmi sull’aspetto dimensionale e spazio utile.
In ogni piano di lavoro che sia installato a parete in un’isola o in una penisola, una parte dello spazio viene solitamente utilizzato per l’installazione del piano cottura e del lavello; questi possono avere dimensioni, forme variabili a seconda delle marche, modelli, materiali.
Tutto quello che rimane è definito spazio utile di utilizzo; tanto, poco, non possiamo dare una quantificazione precisa ogni progetto ha la sua area, ma averne a disposizione diventa nel momento dell’utilizzo cosa molto importante.
Il quesito più importante: Dove possiamo ricavare spazio in un piano di lavoro?
Logicamente se abbiamo delle possibilità dimensionali in merito.
Spesso in larghezza abbiamo vincoli dettati dalle misure delle pareti, ma anche altri limiti dovuti al posizionamento del piano cottura e zona lavaggio che portano via spazio utile ma sono necessari.

Suggerisco di pensare alla ‘Profondità’.

Nelle cucine convenzionali la profondità del piano di lavoro di una cucina si attesta a 60 cm; misura minima per poter installare un piano cottura che di serie fa 50 cm.  in profondità.
Un lavello che di serie fa 50 cm. In profondità, se vogliamo centrarli rimangono 5 cm davanti e 5 cm dietro, inserisci uno schienale e ne rimangono 3 cm. Metti una pentola nei fuochi posteriori e questa va a toccare lo schienale, creando così dei fastidi non indifferenti nel momento in cui i fuochi vengono utilizzati tutti simultaneamente.
Questo rappresenta la cucina tradizionale e lo standard storico, ma ritengo che molta attenzione debba essere rivolta sempre più alla profondità del piano di lavoro.
Misure come 70, 75, 80 cm siano ad oggi le soluzioni migliori per ottenere quello spazio utile a garantire una funzionalità e gestione delle operazioni di preparazione del cibo in cucina.
Pensate di avere anche 10 cm in più rispetto un piano tradizionale, pensate allo spazio che potete avere per alloggiare la pentola con tranquillità nei fuochi retro, anche a quanti accessori potete installare nella zona schienale a servizio della cucina; oltre a tutta una serie di vasi, barattoli e bottigliette.
Si possono appoggiare anche nel retro del piano cottura e del lavello; pochi centimetri aprono un mondo immenso, immaginare di poter installare anche tutta una serie di canali attrezzati nel fondo del piano verso lo schienale; oltretutto con i piani ceramici in quarzo, marmi e graniti che non temono l’acqua si ha la possibilità di creare soluzioni personalizzate, con porta coltelli, porta spugnette, porta mestoli, portaspezie e molto altro ancora.
A livello di progetto questo comporta poco, la basi da 60 cm possono rimanere tali basta portarle 10 cm in avanti al momento dell’installazione nel caso si abbia optato per un piano di lavoro da 70 cm.
Per i più esigenti, le aziende produttrici di cucine hanno di serie i mobili base con profondità di 70 cm, con i cassetti e cestoni con guide maggiorate, di conseguenza anche a livello di spazio dispensa si ottengono migliorie in termini di spazio e contenimento.
Quindi riassumendo tali concetti, in fase di progetto della cucina bisogna tenere molto in considerazione la possibilità di avere piani di lavoro più profondi 70 , 75, 80 cm, ne guadagna anche l’estetica stessa della cucina bilanciando i volumi. A livello funzionale risolve tantissime problematiche di spazio e allo stesso tempo da la possibilità di attrezzare con accessori sia lo schienale che il retro del piano di lavoro, il tutto a servizio dell’utilizzatore.

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Aa Alessandro Antoniazzi

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